Lo dico senza problemi: per me, che sono stato allievo di don Milani, a Barbiana, questo è un gran giorno. La notizia che per la ristampa e la pubblicazione di “Esperienze pastorali” di don Lorenzo Milani non c’e’ piu’ nessuna proibizione da parte della Chiesa e, anzi, che il libro torna a diventare un patrimonio del cattolicesimo italiano e in particolare della Chiesa fiorentina, mi riempie di gioia magari velata da un velo di tristezza. E dirò perché. Intanto mi preme sottolineare l’annuncio dell’arcivescovo, cardinale Giuseppe Betori, il quale, dopo una comunicazione della Congregazione per la dottrina della fede, ha ribadito che “la valorizzazione della persona e dell’opera di don Milani è iniziata da tempo”.
Questo il motivo di gioia. Il velo triste si riferisce alla sofferenza che, oltre 50 anni fa, patì don Lorenzo dopo la comunicazione del cardinale Florit che il libro era stato ritirato. Quindi condannato dalla Chiesa. Io lo so perché in quei giorni ero con lui, a Barbiana. Mi sembrò una grande ingiustizia. Ho lavorato perché si potesse arrivare a questa completa rivalutazione.
Il 5 settembre 2013, come presidente della Fondazione, scrissi a Papa Francesco per chiedergli di annullare formalmente la condanna che il Sant’ Uffizio emise contro. “Esperienze pastorali” . Era il 1958: la condanna prevedeva l’ordine del ritiro dal commercio e il divieto di ristampa perché ritenuta inopportuna la lettura. Il 20 dicembre 1958 l’Osservatore Romano dava la notizia con questo commento: “Tale provvedimento vuole essere indubbiamente un serio richiamo ai figli della Chiesa ed in particolare ai sacerdoti, affinché non si lascino sedurre da ardite e pericolose novità, che minacciano di insinuarsi nell’animo di certi soggetti meno preparati al grave e arduo compito dell’apostolato in campo sociale.”
Il libro non conteneva nessuna deviazione dottrinale, ma era ritenuto solo socialmente troppo avanzato per essere letto dai cattolici. Da allora sono passati 56 anni, durante i quali la Chiesa ha camminato e camminato molto: vi è stato un Concilio, si sono alternati alla guida della Chiesa sei papi con Encicliche socialmente molto progredite, lo stesso S. Uffizio è stato abolito.
Don Lorenzo Milani ha vissuto solo in parte questo cammino perché è morto 47 anni fa all’età di 44 anni. I suoi scritti, pubblicati postumi, hanno spazzato via ogni ombra imponendolo come autentico uomo di Dio che ha servito la Chiesa di Pietro con coerenza e fedeltà. Lo stesso libro “Esperienze Pastorali” è oggi generalmente riconosciuto come primo ed insuperato testo di sociologia religiosa e di attento studio di scelte pastorali con al centro la persona umana.
L’abbraccio a don Milani è venuto anche dai Cardinali di Firenze che si sono alternati in questi anni alla guida della Diocesi. Il primo a salire lassù per celebrare nella Chiesa di Barbiana, in occasione del 20mo anniversario della morte di don Lorenzo, fu il cardinale Piovanelli; dieci anni dopo, per il trentennale, fu la volta del cardinale Antonelli e per ultimo, l’attuale cardinale monsignor Betori per la celebrazione ufficiale in occasione del 40mo anniversario della morte. Tutti nelle loro omelie hanno esaltato l’amore di don Lorenzo per la Chiesa e la sua coerenza con il Vangelo. Tuttavia, restava quel decreto su “Esperienze Pastorali” che non era mai stato dichiarato decaduto. Così, non senza emozione, dico che questo è un gran giorno.