UN UOMO DI AZIONE DALLA FORZA CONTAGIOSA E DALLA FEDE STRARIPANTE. di PIero Meucci

IL RICORDO. Un uomo d’azione dalla forza contagiosa e dalla fede straripante

Don Carlo Zaccaro o dell’impeto creativo. Fra le figure della grande stagione della Chiesa fiorentina della seconda metà del ‘900, don Carlo si era ritagliato il ruolo dell’uomo di azione, quello che si propone instancabilmente relazioni e obiettivi concreti, nel grande come nel piccolo cosmo della nostra comunità cittadina. Nei momenti cruciali lo vedevi comparire, magari appena sceso da un aereo, oppure reduce da una lunga corsa in macchina. Io l’ho avuto accanto, come sempre inatteso, il giorno in cui accompagnammo il babbo all’inizio di una lunga e dolorosa agonia dalla clinica milanese, dove era stato invano operato, a una sala di rianimazione di Santa Maria Nuova. Così come è stato presente con una naturalezza che non ammette né sorpresa né gratitudine ogni volta che ricorrevamo a lui per ritrovare il senso e i valori profondi della famiglia. Ma è un’esperienza che tanti potrebbero raccontare con le stesse identiche parole. Dal microcosmo degli affetti familiari a quello ben più ampio della sua missione come presidente della Madonnina del Grappa, con quella necessità di identificare le vie della sofferenza dei ragazzi, dovunque si manifesti, per aggiornare il messaggio del “Padre” , don Giulio Facibeni, ai mutamenti planetari degli ultimi decenni.

Così fra le linee di azione che aveva elaborato, c’è anche quella che porta alla tutela dei minori in un Paese bisognoso di sostegno, soprattutto dal punto di vista della costruzione di uno stato di diritto, qual è ancora l’Albania.

In particolare si è battuto fino all’ultimo perché anche Tirana introduca nel suo ordinamento il diritto minorile, così come è stato  ideato ed elaborato in Italia grazie ad un gruppo di giudici di grande lucidità e passione civile: Gian Paolo Meucci, Arturo Carlo Moro, Giorgio Battistacci.

Per raggiungere questo obiettivo, come del resto faceva per tutti gli aspetti della sua vocazione, don Carlo metteva in azione la sua forza impetuosa, irrefrenabile, contagiosa, frutto di una fede straripante, che travolgeva gli ostacoli e la vischiosità che la ragione frappone a volte più e meglio della pigrizia. Una forza che raggiunge lo scopo, perché ciascuno di noi si sente sollecitato senza scampo a fare del suo meglio per non dire di no alla chiamata.

Piero Meucci